Sotto lo stesso manto

La festa del Terzo Settore a Matera 2019

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Mariano Bauduin firma per la Silent Academy un moderno “Poema sinfonico”, una composizione che accoglie diversi generi musicali portandoli ad armonia. 23 minuti, un unico brano, quasi un centone armonico, affidato all’Orchestra di fiati di Grottole e percussioni etniche, oltre che una compagine di coro a voce naturale e due solisti. Il principio guida della composizione è la ricerca di armonia tra diversi brani, che vanno da una chiara forma di tammurriata per la Madonna, a una riorchestrazione della “Missa Luba”, concepita in una forma più afro-americana che tribale.

Due orchestrazioni strumentali di brani popolari su forme di Bossa Nova, un madrigale a 3 voci sui testi di Salomone “Nigra sum sed formosa”, un mottetto musicato dai compositori cinquecenteschi e seicenteschi come celebrazione della “Madre nera”. Conclude il tutto una forma di ninna nanna, su contaminazioni settecentesche colte.

“E’ la festa del terzo settore, per raccontare storie di donne e di uomini che ce l’hanno fatta, nonostante le avversità. Nell’epoca della disintermediazione, oggi, da Matera un’icona dimenticata ci ricorda l’urgenza di persone e realtà che costruiscano percorsi di cittadinanza per gli ultimi”

Michele Plati, presidente della cooperativa sociale Il Sicomoro

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Dopo la prima del 19 marzo a Matera, la performance è stata replicata il 24 maggio al Museo archeologico Nazionale di Palazzo Loffredo di Potenza e a Napoli il 26 luglio al Centro Asterix di San Giovanni a Teduccio per il Festival delle perierie.

L’azione scenica è stata al centro della festa del terzo settore voluta dalla cooperativa sociale il Sicomoro, insieme alla Fondazione Matera – Basilicata 2019, nell’ambito del programma della Silent Academy.

Hanno partecipato i rappresentanti delle più importanti realtà del non profit in Italia, tra cui Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore, e Giuseppe Bruno, Confcooperative Basilicata. I maestri migranti, lo stilista Eloi Sessou e alcune modelle hanno presentato anche al Premio Nobel per la Pace Betty Williams gli abiti realizzati nei laboratori che saranno indossati durante la performance.

Tante le storie “vere” raccontate nel corso della rappresentazione, immortalate in una simbolica tela: da Absa, diciottenne senegalese che vuole diventare una stilista e frequenta l’istituto di moda materano a Jenny, giovane donna nigeriana vittima di tratta, ospite del progetto di accoglienza del Sicomoro. E, ancora, Maria Domenica, non vedente che ha conosciuto l’amore della sua vita nella Residenza per anziani della cooperativa…

Sullo sfondo la grande tela seicentesca a cui è ispirato l’evento: la Madonna del Gonfalone, una madonna del manto speciale, icona materana dell’omonima confraternita. Sotto il manto in questo dipinto trovano spazio da un lato i confratelli, dall’altro i “raccomandati”: i poveri, gli ultimi, che la confraternita aiuta e “raccomanda” alla Madre.

Le confraternite, antesignane dell’impegno civico che oggi descrive il terzo settore, attraverso quest’icona ci ricordano che i poveri non si salvano da soli. L’icona diventa così simbolo del terzo settore impegnato a costruire percorsi per l’autonomia delle persone che altrimenti resterebbero ai margini della società, rendendo così effettiva la loro cittadinanza sotto quel mantello simbolo della Città di Matera.

Il restauro della grande tela

La festa del 20 marzo ha dato ufficialmente il via al restauro della tela della Madonna del manto materana, finanziato dalla cooperativa sociale il Sicomoro. Un simbolo potente del lavoro del Terzo Settore nella comunità lucana che la cooperativa vuole restituire alla città.

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