Tresor, artigiano della Silent Academy
In Congo studiava architettura, a Matera lavorerà all'opera di Mimmo Paladino per Matera 2019
Tresor è uno dei maestri migranti della Silent Academy, il progetto di Matera 2019 che il Sicomoro sta portando avanti con Fondazione Matera – Basilicata 2019. Sarà lui infatti a guidare i laboratori per la realizzazione della grande opera che l’artista Mimmo Paladino donerà alla Città.
Tresor e i suoi bambini sono stati ospiti del progetto SPRAR del Comune di Matera e poi beneficiario del progetto Fami Fra Noi, grazie al quale ha potuto fare un tirocinio presso un’impresa edile che l’ha poi assunto.
La storia di Tresor è una storia di rinascita e coraggio. Giovane studente di architettura è costretto a lasciare il Congo con sua moglie e i suoi tre figli. Dopo il carcere libico, che non ha risparmiato neanche i suoi figli, ha comprato la libertà della sua famiglia facendo il piastrellista. Fino a quando non è stato accompagnato alla costa alla volta dell’Europa.
Durante le operazioni di soccorso della Croce Rossa, il trambusto che si crea sulla nave fa scivolare in acqua il figlio più grande, sua moglie Judith si tuffa per provare a recuperarlo, ma non c’è niente da fare. Solo il corpo di Judith verrà recuperato dai soccorritori e poi tumulato nel cimitero di Matera.
La storia di Tresor è stata raccontata anche da Peppe Aquaro e Antonio Crispino per il Corriere della Sera.
“Ho due bambini. Avevo un terzo figlio, Tracy. E’ morto, è scomparso nell’acqua. Anche mia moglie è morta.”
Tresor, in IO SONO di Luisa Menazzi Moretti
Dall’omelia di Mons. Caiazzo per il funerale di Judith
Dietro questa morte c’è il gesto eroico di una mamma che non ha esitato a lasciarsi ingoiare dalle onde del mare pur di tentare di salvare il suo piccolo figlio.
Insieme a lei ogni giorno, ormai nel disinteresse generale, decine e decine di uomini, donne e bambini, che diventano centinaia, migliaia continuano a riempire i nostri mari. Sono numeri? Sotto tanti aspetti sì. Anche Judith era diventata il N. 7 fino a quando non si è arrivati al riconoscimento. Ma la maggior parte di essi sono identificati come numeri. E questo potrebbe essere normale ai fini burocratici e legislativi. La cosa più triste è quando, anche per colpa di taluni organi di informazione a livello nazionale (TV commerciali come vengono definite) si martella quotidianamente facendo passare volti di persone come me, come te, come numeri pericolosi che vengono a rovinare le nostre terre.
Tresor è stato anche tra i protagonisti della mostra fotografica “Io sono” curata da Luisa Menazzi Moretti, prodotta da Città della Pace per i Bambini Basilicata, Cooperativa Sociale il Sicomoro e Arci Basilicata. Il progetto è composto da venti ritratti fotografici di grandi dimensioni di rifugiati e richiedenti asilo, ai quali si affiancano altrettanti pannelli con i testi delle loro storie raccolti dall’artista durante la sua recente permanenza in Basilicata.
Ogni singola persona, dunque, con il suo vissuto tragico ed il diritto alla ricerca di un futuro migliore, è al centro del lavoro della fotografa: quello di Luisa Menazzi Moretti è un invito allo spettatore a riconoscere l’unicità di ogni singola esperienza, di ogni ritratto, di ogni distinta vicenda umana. Un tentativo di comprensione, la possibilità di intuire le vite degli altri, di ognuno di essi.
Il percorso di inserimento lavorativo con il progetto Fra Noi
FraNoi, storie di integrazione: Tresor
"È bello che io che sono nuovo qui a Matera, sto aggiustando le case vecchie"Anche Tresor racconta la sua storia e i suoi progetti qui a Matera, che stiamo provando ad accompagnare, prima con lo #SPRAR e ora con #FAMI #FraNoi insieme al Consorzio Farsi Prossimo. Buon futuro Tresor, a te e alla tua magnifica famiglia!👉👉 Scopri anche le altre storie su http://www.ilsicomoro.net/fami-fra-noi-i-volti-e-le-storie-lucane/
Pubblicato da Il Sicomoro su Domenica 7 ottobre 2018
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