Einstein, dislessico geniale?

Cos'è la dislessia e come affrontarla

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Sono davvero tante le testimonianze di attori, scrittori, scienziati e uomini di business che si sono fatti strada trasformando la loro difficoltà di partenza in una marcia in più. Einstein, Victoria Beckham, Agatha Christie, George Washington, Leonardo Da Vinci,Pablo Picasso sono solo alcuni tra i nomi più noti che hanno dovuto fare i conti con i disturbi specifici dell’apprendimento, dimostrando che possono non essere soltanto un limite, anzi!

Whoopi Goldberg, l’attrice premio Oscar per il film «Ghost – Fantasma» ha raccontato: «Quand’ero piccola non la chiamavano dislessia. Ti dicevano che eri lenta, un po’ tonta. Io sapevo di non essere stupida, ma sentirsi chiamare così è una ferita difficile da rimarginare».

Anche Leonardo da Vinci, quintessenza dell’uomo rinascimentale dall’ingegno multiforme, pittore, scultore, architetto, inventore, scienziato, letterato, è considerato un dislessico ante litteram per via della sua caratteristica scrittura speculare (da destra a sinistra e con le lettere scritte come se fossero riflesse in uno specchio), degli errori di ortografia frequenti nei suoi scritti e perché iniziava moltissimi progetti contemporaneamente portandone a termine solo una piccola parte.

È comunque impossibile una diagnosi a posteriori, come nel caso di Albert Einstein, considerato il più grande scienziato di tutti i tempi, insieme a Newton. Dal punto di vista della dislessia, il caso di Einstein è singolare perché le notizie che si hanno di lui sono contraddittorie: c’è chi lo definisce con certezza un dislessico, chi affetto da una forma di autismo, chi invece dice che ciò ha contribuito a creare un’aura di romanticismo intorno alla sua figura. La realtà è che il piccolo Albert parlò con ritardo, ebbe difficoltà a legare con i coetanei e imparò a leggere all’età di nove anni.

“Da bambino non andai mai particolarmente bene o male a scuola. Il mio principale punto debole era una memoria povera, soprattutto per quanto riguarda le parole e i testi; non affollavo la mia memoria con i fatti che avrei potuto trovare facilmente in una enciclopedia”

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Einstein in “Le aquile sono nate per volare”

Come studente Einstein trovava la scuola noiosa e intimidatoria e preferiva studiare da solo Fisica e suonare il violino. E’ vero. Einstein non superò gli esami per accedere all’università, anche perché, oltre ad avere soltanto sedici anni, due anni sotto la media, non aveva studiato. Nel 1900, infatti, riuscì a superare gli esami finali studiando dagli appunti di un compagno di classe: tuttavia il suo professore non gli consentì di proseguire gli studi. Fu Einstein stesso a dichiarare che non fu un bravo studente; egli sapeva di avere poca memoria; non riusciva soprattutto a scrivere correttamente dei testi. Non riuscendo a risolvere i problemi di matematica e di scienza, inventò una sua strategia; nel suo studio aveva una lavagna dove c’erano scritte le tabelline: Einstein non le imparò mai! Si pensa che fu proprio il suo modo inusuale di risolvere i problemi e l’essere un “sognatore” che l’ha aiutato a diventare il più grande scienziato del mondo.

Tratto da “Le aquile sono nate per volare”, Rossella Grenci , Edizioni La meridiana

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Chi sono i bambini dislessici?

I bambini dislessici corrono il rischio di essere etichettati come pigri, svogliati e disattenti. Perché fanno fatica a imparare a leggere e non riescono a farlo speditamente, col rischio di non capire quello che leggono. Difficilmente poi non incappano in qualche errore durante i dettati e, a volte, imparare a memoria una poesia è un’impresa tutta in salita. Ma non è questione di scarso impegno o mancanza di concentrazione; il bambino con Dislessia è particolare anche quando non legge: quando parla usa parole diverse tra loro credendo che significhino la stessa cosa, oppure ha poco interesse a parlare in maniera “corretta” e fatica ad imparare il linguaggio specifico delle varie materie. Non memorizza parole nuove con facilità ed è lento nel ricordare l’alfabeto, oppure non lo impara del tutto. Quando ascolta, il bambino potrebbe non comprendere del tutto il senso di ciò che gli viene detto, se il pensiero è ricco di frasi subordinate e se sono pochi gli esempi legati alla realtà concreta presenti nel discorso.

Come si manifesta?

La dislessia si presenta in quasi costante associazione ad altri disturbi. Si manifesta con una lettura scorretta ovvero numerosi errori commessi durante la lettura o maggior tempo nell’esecuzione. Può manifestarsi anche con una difficoltà di comprensione del testo scritto indipendente sia dai disturbi di comprensione in ascolto che dai disturbi di decodifica (correttezza e rapidità) del testo scritto. Il bambino spesso compie nella lettura errori caratteristici come l’inversione di lettere e di numeri e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d).Spesso il bambino finisce con l’avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima, ma questi sono una conseguenza, non la causa della dislessia.

Indicatori di rischio

1)difficoltà nell’associazione grafema-fonema e/o fonema grafema;
2) mancato raggiungimento del controllo sillabico
3) eccessiva lentezza

Come intervenire

Nel Centro per l’età evolutiva Eta Bet del Sicomoro, abbiamo affinato numerosi strumenti per aiutare a far fronte a questi disturbi.

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