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BRANCACCIO

Il benessere dell’anziano è il centro di tutte le attività della casa di riposo

La Residenza “Brancaccio” è la casa di riposo più longeva della città di Matera. Nasce nel 1934 in seno alla Chiesa di Matera come un’opera caritativa; la sua prima sede fu nel Convento di Sant’Agostino, nei Sassi di Matera.
L’opera nel 1980 si trasferisce nell’attuale edificio. Lo stabile è di proprietà della Fondazione Residenza Assistenziale Mons. Brancaccio che, fino al 6 luglio 2016, ha gestito direttamente anche la struttura; da quella data la Cooperativa Sociale il Sicomoro subentra nella gestione della Residenza, dopo averne gestito per anni alcuni servizi della Residenza.

La casa di riposo materana si erge all’interno di una vasta area verde, polmone dei nuovi quartieri cittadini che si sono sviluppati a ridosso del Brancaccio. Il Parco del Brancaccio ospita numerose realtà che si sono sviluppate con la casa di riposo, come il centro per l’età evolutiva Eta Beta.
Con la Casa Brancaccio nasce e si sviluppa l’area anziani della cooperativa il Sicomoro, che acquisirà in seguito la gestione anche di altre strutture assistenziali in Regione.

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La Residenza Mons. Brancaccio è ubicata a Matera in Via degli Etruschi n. 1.
Da dicembre 2016, quando il Sicomoro è entrato nella gestione della casa di riposo, è stata avviata una ristrutturazione dell’immobile che coinvolge le tecnologie, l’efficientamento energetico, gli spazi di socializzazione degli anziani, le camere di residenza, gli spazi esterni.
L’intervento è in corso di realizzazione, rispettando gli standard previsti dalla normativa vigente.

È dotata di giardino e di comodo posteggio, posto in prossimità dell’accesso centrale all’edificio. Le stanze di degenza sono distribuite su due piani della struttura mentre l’ambulatorio medico è al terzo piano.

La struttura può accogliere 100 ospiti di cui 56 non autosufficienti e 44 ospiti autosufficienti. Questa suddivisione può subire variazioni nel rispetto di accordi con l’ASM. Ci sono in totale 61 camere doppie, che su richiesta e previa valutazione di disponibilità, possono diventare a uso singolo.

È in corso un’importante ristrutturazione della struttura, a partire dagli ambienti comuni

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Cardine dell’organizzazione assistenziale è il Piano Assistenziale Individualizzato

Le persone che operano all’interno della Residenza debbono mantenere un approccio il cui stile professionale garantisca che:

  • il residente sia protagonista e sia posto al centro del proprio lavoro;
  • l’attenzione venga rivolta tanto ai bisogni del singolo quanto del gruppo con specifico riferimento ai bisogni socio-assistenziali e alle esigenze di vita;
  • le relazioni umane tra familiari, colleghi e residenti, siano sostenute e sviluppate in ottica di collaborazione reciproca;
  • il proprio operato sia percepito come parte del più ampio impegno del Sicomoro in favore dello sviluppo dei territorio, della promozione dell’uomo, dell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, dell’integrazione di ciascuno a partire dai propri talenti.

Cardine dell’organizzazione assistenziale è il Piano Assistenziale Individualizzato, previsto per ogni Residente aggiornato ogni sei mesi, o anche più di frequente se necessario. Il PAI è sviluppato in equipe multidisciplinare che si incontra con cadenza settimanale, in cui sono presenti i rappresentanti di ogni figura professionale (medico, infermiere, operatore, fisioterapista, animatore) e analizzano i bisogni assistenziali dei Residenti, ne evidenziano le aree problematiche e pianificano di conseguenza il piano di approccio individualizzato alla persona. Inoltre mettono a fuoco degli obiettivi raggiungibili nel medio periodo, evidenziando le date di verifica intermedie e finali.

“La Casa di Riposo Brancaccio costituisce una testimonianza eloquente dell’apertura ai bisogni della società, che caratterizza la vostra comunità cristiana.”

Papa Giovanni Paolo II, DISCORSO AGLI ANZIANI OSPITI DELLA CASA DI RIPOSO «BRANCACCIO» Casa di Riposo “Brancaccio” (Matera) Sabato, 27 aprile 1991

Il primo giorno a Casa Brancaccio

L’ingresso in Residenza è uno degli eventi più impegnativi che una persona possa sperimentare nell’arco della sua vita. Comporta un coinvolgimento di tutta la persona, in ogni sua componente e in ogni suo sistema, nonché della sua famiglia, che si aspettano risposte semplici e chiare, al fine di trovare il soddisfacimento dei propri bisogni espressi e inespressi. Oltre ad essere un evento totalmente coinvolgente, non va dimenticato che spesso segna il passo al decadimento fisico e/o psico – intellettivo e che, culturalmente è visto come uno degli eventi a valenza negativa. Per queste principali motivazioni l’ingresso dell’anziano e i primi giorni in struttura sono cadenzati da importanti momenti di analisi e valutazione congiunta in équipe e con i familiari.

Prima dell’ingresso in Residenza avviene la raccolta delle informazioni inerenti il futuro residente, attraverso un incontro con i familiari di riferimento effettuato da Assistente sociale, Direttore e Medico, Responsabile Sanitario. In questo incontro si cercano di evidenziare le caratteristiche del Residente, soprattutto le sue disabilità e dipendenze, considerando le difficoltà e fragilità della famiglia allargata. Usualmente i familiari visitano la struttura e conoscono le figure di riferimento. Vengono fornite tutte le informazioni richieste, cercando più di supportare la famiglia in un momento molto delicato, che di sommergere la stessa con notizie. Successivamente il caso viene presentato in équipe multidisciplinare, condividendo strategie di approccio e implementando un ambiente adeguato al nuovo Residente e impostando delle prime linee di azioni.

Le attività della Residenza Brancaccio

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