FRA NOI
Gli assi di sviluppo di progetto sono: il diritto abitativo, l’inserimento lavorativo e il continuo confronto fra partners
Il progetto Fra Noi nasce dalla osservazione del fatto che i migranti in uscita dalle strutture di accoglienza SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) non sempre possiedono tutti gli strumenti necessari ad integrarsi nella società italiana.
L’integrazione stabile è l’obiettivo di queste persone, cui è stato riconosciuto il diritto di rifugiarsi in Italia al riparo delle persecuzioni e dei rischi che subivano nel loro Paese di origine. Anche per la società che accoglie è un bene che queste persone si integrino stabilmente, abbiano una casa, un lavoro e tutti i diritti e i doveri che vivere in società comporta.
Il progetto Fra Noi, finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020 ha permesso di sperimentare nuovi modelli di integrazione di persone titolari di protezione internazionale con una rete di 44 partners in continuo confronto. La cooperativa sociale Il Sicomoro è referente di progetto per la Basilicata.
Il progetto FAMI Fra Noi ha promosso tirocini finalizzati all’assunzione in numerose aziende profit, anche multinazionali.
I tirocini promossi a Matera si sono tutti trasformati in contratti di lavoro stabile, in aziende adili, della ristorazione e ricettive. Altri rifugiati seguiti con il progetto Fra Noi hanno trovato posto in altre grosse aziende come Decathlon, che ha formato e inserito commessi, e poi Sky, Mantero, Roberto Cavalli, Phoenix.
Non c’è autonomia senza lavoro
Rifugiato a casa mia
All’interno del progetto Fra Noi molte persone hanno sperimentato l’accoglienza in famiglia, possibile grazie alle famiglie che avevano già dato la propria disponibilità nell’ambito del progetto “ProTetto – Rifugiato a casa mia” della Caritas e alle nuove famiglie che hanno aderito dopo aver partecipato agli incontri organizzati sul territorio.
Nell’ottica del principio di accoglienza diffusa promosso da anni nelle Caritas diocesane, queste famiglie hanno aperto la loro case a titolari di protezione internazionale. Non è soltanto un’ospitalità fisica: si tratta di creare dei legami umani che arricchiscono tutti.
Poi da lì si prosegue, perché le persone che hanno beneficiato del FAMI hanno potuto trovare una casa propria: sono state sostenute nella ricerca della casa, o nel pagamento delle prime rate dell’affitto o delle prime bollette, in modo da poter poi proseguire in autonomia.
L’autonomia necessita di un posto dove tornare la sera, una casa che sia sicura.
Promuovere autonomia ed empowerment dei nuclei familiari
L’obiettivo del progetto FAMI Fra Noi non è solo l’integrazione stabile dei titolari di protezione internazionale, ma anche lo scambio fra gli operatori e la modellizzazione di un nuovo tipo di intervento. Fra gli obiettivi, una forte sinergia fra pubblico e privato, sempre nell’ottica di un lavoro di integrazione di titolari di protezione.
Il fenomeno migratorio e la sua gestione non sono solo un costo per la collettività, ma anche una opportunità persino economica. Non per “le cooperative che ci lucrano sopra”, come una certa propaganda vuol far credere, ma reale per i cittadini.
Ad esempio, i Comuni che partecipano ai progetti SPRAR o ospitato i CAS (Centri di Accoglienza straordinaria) ricevono un “Bonus accoglienza”, e cioè una sorta di premio economico – pari a 500 euro per ogni persona accolta – che i Comuni possono usare liberamente per ciò che è necessario ai cittadini: c’è chi li ha messi a bilancio ai servizi sociali, per aiutare i cittadini in difficoltà, e chi li ha dedicati esplicitamente a chi ha perso il lavoro, oppure è possibile utilizzarli per strutture a disposizione della cittadinanza, dalla biblioteca a spazi pubblici per i bambini.