SPRAR
Accoglienza e territorio,
l’integrazione che fa crescere le comunità
L’impegno della cooperativa sociale il Sicomoro a favore dei migranti da subito sposa la progettualità SPRAR, acronimo che sta per Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati politici.
Lo SPRAR è caratterizzato da un protagonismo attivo delle comunità ospitanti, dei comuni. I progetti vengono ideati e attuati a livello locale, con la diretta partecipazione degli attori presenti sul territorio, e contribuiscono a costruire e a rafforzare una cultura dell’accoglienza presso le comunità cittadine. Al centro della progettualità c’è la continuità dei percorsi di inserimento socio-economico dei beneficiari.
Attualmente i progetti SPRAR in cui è impegnata la cooperativa sono a Matera e Castalsaraceno. Abbiamo poi due comunità per minori stranieri a Irsina e a San Chirico Raparo
Una delle caratteristiche fondamentali di questo tipo di progettualità è l’accoglienza diffusa. Significa che non abbiamo in gestione alberghi o grosse strutture in cui ospitiamo i migranti che ci vengono assegnati dal Ministero degli Interni, ma singoli appartamenti in condomini nei diversi quartieri della città. La prima palestra di integrazione è proprio il condominio, il quartiere, che non subisce l’arrivo di decine di persone a minacciarne gli equilibri. Ma diventa protagonista e attore di integrazione dei percorsi di singoli nuclei familiari o piccoli gruppi che di fatto vengono adottati e aiutati.
L’accoglienza diffusa negli appartamenti è essenziale per una integrazione rispettosa delle persone e delle comunità
Coprogettazione è la parola chiave: enti locali e terzo settore per un modello di integrazione efficace
Le 5 caratteristiche principali del Sistema di protezione sono:
- il carattere pubblico delle risorse messe a disposizione e degli enti politicamente responsabili dell’accoglienza, Ministero dell’Interno ed enti locali, secondo una logica di governance multilivello;
- la volontarietà degli enti locali nella partecipazione alla rete dei progetti di accoglienza;
- il decentramento degli interventi di “accoglienza integrata”;
- le sinergie avviate sul territorio con i cosiddetti “enti gestori”, soggetti del terzo settore che contribuiscono in maniera essenziale alla realizzazione degli interventi;
- la promozione e lo sviluppo di reti locali, con il coinvolgimento di tutti gli attori e gli interlocutori privilegiati per la riuscita delle misure di accoglienza, protezione, integrazione in favore di richiedenti e titolari di protezione internazionale.
ll Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Alivello territoriale gli enti locali, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.
“Con lo SPRAR abbiamo toccato con mano cosa significa la progettazione a due cuori: tenere sempre presenti i bisogni dei beneficiari, e quelli delle comunità”
Serena Vigoriti, il Sicomoro – Coordinatrice area migranti
Chi sono i rifugiati?
Il rifugiato è titolare di protezione internazionale. Si tratta di persona che “(…) temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese d’origine di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese(…)”.Questa definizione viene enunciata dall’art. 1A della Convenzione di Ginevra del 1951, recepita nell’ordinamento italiano dalla legge n.722 del 1954.
Laboratori di integrazione
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